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Sabato, 27 Aprile 2024
L'incontro

Contrasto alla povertà educativa, giovani reggini "neet" sono entrati nel mondo del lavoro

Si è concluso il percorso Se.Po.Pas rivolto a ragazzi che non studiavano né lavoravano. A Palazzo San Giorgio presentato il rendiconto sociale

Il make up, i tatuaggi, il circo e il teatro per scoprire un talento nascosto, ritrovare fiducia in se stessi, conoscere il mondo del lavoro e non essere più un giovane "neet",  fuori dal circuito scolastico e lavorativo. Hanno lavorato gomito a gomito, per due anni, venticinque ragazzi di Reggio Calabria che hanno fatto parte del progetto nazionale Se.Po.Pass. (Sentieri, Ponti, Passerelle per il diritto alla crescita e allo studio), selezionato da impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile e che ha coinvolto Reggio Calabria, oltre Napoli e Messina.

L’ente capofila è l’associazione Quartieri Spagnoli che da 40 anni opera a Napoli per i minori a rischio, per l’infanzia e l’adolescenza. A Reggio Calabria le cooperative sociali Res Omnia, La Casa di Miryam e La Casa del Sole, il Centro Comunitario Agape sono stati i partner di progetto. 

Due anni, un tempo ben pensato per uscire dal rischio di marginalità e costruire una nuova partenza nella vita, con stage ed erasmus a Trento e Milano, tirocini formativi normalmente retribuiti, all’interno di realtà imprenditoriali locali con la supervisione di tutor specializzati.

Lo raccontano bene Cosimo e  Khadija, che hanno voluto essere presenti a Palazzo San Giorgio, nel salone dei Lampadari, per l'incontro conclusivo per discutere di rendicontazione sociale e confrontarsi sulle nuove prospettive del progetto. 

"Quando ho iniziato questo percorso", racconta Cosimo Bevilacqua che vive ad Archi "non pensavo proprio che l'avrei finito. Avevo diciassette anni, tanti dubbi, non andavo a scuola e non lavoravo e non sapevo bene cosa avrei fatto nella mia vota. È stata per me un'esperienza formativa interessante e grazie al tirocinio ho realizzato il mio sogno: fare il parrucchiere. Dopo il tirocinio sono stato assunto e continuo a lavorare".

Anche  Khadija è felice di aver partecipato e quando parla, si emoziona. "Stavo vivendo un periodo molto brutto della mia vita, ma proprio grazie a questo progetto sono riuscita a superarlo. Hanno saputo ascoltarci". Poi aggiunge: "Ho imparato che nella vita c'è sempre una seconda occasione, si può ricominciare". 

Sentieri, ponti e passerelle, dunque, perché ci sono tanti modi per arrivare al proprio traguardo, ma l'importante è camminare così come hanno fatto i ragazzi che hanno partecipato al progetto. 

Non è stato facile aggregare i ragazzi, ma ci sono riusciti in un quartiere  multiproblematico come Arghillà, periferia nord di Reggio Calabria, dove con un lavoro certosino rivolto a ragazzi e ragazze, con debolissima formazione scolastica di base e capitale sociale molto limitato.

Il rendiconto sociale

Per questo ecco che nel salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, seduti in cerchio, si sono ritrovati a discutere, senza filtri, della riuscita del progetto per capire anche come replicarlo. C’erano, tra gli altri, Nadia Denisi, presidente Res Omnia cooperativa sociale, Monica Tripodi, responsabile progettazione Res Omnia che ha moderato; Giovanni Laino, responsabile nazionale Se.Po.Pass, Serafino Celano, valutatore Ars, Cristina Ciccone, coordinatore del partenariato reggino, Maria Grazia Marcianò responsabile Famiglie e minori dei Servizi sociali territoriali del Comune di Reggio Calabria, Mario Nasone, presidente del centro comunitario Agape;  Giovanni Pitrolo, presidente La Casa di Myriam cooperativa sociale; Carmela Nucera, pesponsabile Polo sociale 1, dei Servizi sociali territoriali del Comune di Reggio Calabria, Rosa Maria Morbegno, direttore Ussm, Mariella Crucitti di Slow food e l’assessore al Welfare Lucia Anita Nucera.

Pensare ai giovani e all'emergenza sociale che la città sta vivendo per mettere a punto un modello d’intervento di educativa territoriale che sia in grado di rispondere ai bisogni dei giovani e delle famiglie che ormai non reggono più il carico. 

Offrire ai ragazzi, quindi, una seconda chance, con inserimento in servizi e con doti di risorse personalizzate. Avendo già sperimentato - raccontano gli esperti - che ragazzi in difficoltà, emarginati, rimasti fuori dal circuito formativo e nel quale non possono e non vogliono più rientrare, possono crescere e recuperare maturazione alla cittadinanza, al protagonismo, alla responsabilità, in setting e con modalità obiettivamente altre dalla scuola. Convinti che ci sono diritti all'educazione e alla crescita che possono essere realizzati solo fuori dalla scuola, che garantisce trattamenti indistinti e che tratta bisogni diversi in modo uguale.

Un metodo strutturato intorno l'experiential learning, in cui “la mente che apprende” non è separata dal coinvolgimento del corpo, dagli strumenti e dal contesto sociale in cui si sviluppano le esperienze, non concepisce le competenze come “cose” da trasferire, separate dall'operare, ma come emergenze dal fare visibili nelle performance. Un dispositivo nuovo coraggioso e non privo di rischi, un percorso del tutto innovativo che già affiora in pratiche di alcune città, arricchito da un'indispensabile pedagogia del viaggio.

"Siamo ben felici di ospitare questa rendicontazione sociale di questo progetto avviato in collaborazione con Napoli e Messina - ha evidenziato l’assessore Nucera – e che riguarda alcune realtà del territorio di queste città metropolitane, considerato che c’è stato uno studio dettagliato sui giovani di Arghillà. Si tratta di dati che ci sono molto utili perché siamo già presenti in loco con una serie di interventi: intanto c’è il Tavolo dell’Ufficio del Piano e, a breve, partiranno degli incontri. E poi ci sono i fondi Pinqua per la rigenerazione urbana".

"È importante attenzionare le due poverty-maps che abbiamo a Reggio – ha aggiunto in conclusione Nucera – una si trova ad Arghillà, l’altra è quella di Ciccarello-Modena. E, soprattutto, va data attenzione ai giovani: in questi quartieri bisogna intensificare i servizi e dare punti di riferimento in modo che possano riacquistare fiducia nelle istituzioni e verso il territorio in cui abitano".

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